Caro Piero, che brutto Ferragosto. Ci hai lasciati nella giornata più bella dell’estate, tradito dalla tua salute malferma, con il tuo grande cuore che alla fine ha ceduto. La notizia della tua scomparsa, complici i social, ha fatto rapidamente il giro della nostra città. Tanti i messaggi di cordoglio a testimonianza dell’affetto che Aquino, a distanza di anni, ancora nutre per te, una intera città che ti ricorda con nostalgia, dietro alle proverbiali teglie di pizza con le quali hai deliziato, per almeno tre lustri, i palati di tanti tuoi concittadini, e non solo.

Erano gli anni Ottanta, e quel locale di via Emidio Venditti, a due passi da casa tua, sembrava una sorta di “piccola Napoli”, tanto era buona quella pizza rustica che, senza sosta, confezionavi insieme alla tua inseparabile mamma Maria, anche lei volata in cielo troppo presto. Accoglievi la tua numerosa clientela sempre con il sorriso, con quel garbo gentile, che era un po’ la cifra della tua personalità apparentemente burbera e introversa, ma che era capace di aprirsi all’improvviso regalando battute e risate.

Che puntualmente pronunciavi, tra un boccone e un altro, con quell’accento caratteristico, mix di romano e aquinate, che rendeva il tuo eloquio ancora più divertente. La morte improvvisa di tua madre fu un duro colpo tanto che decidesti di chiudere la storica pizzeria per calarti in nuove esperienze professionali. Poi, all’alba degli anni Novanta, il ritorno in piazza San Tommaso dove hai tenuto banco per alcuni anni prima di chiudere definitivamente i battenti per dedicarti alle tue grandi passioni di sempre: i cani e la caccia. Passioni che, fiero e orgoglioso, ostentavi su Facebook, mondo virtuale che avevi scoperto, quasi per caso, alcuni anni fa.

E poi l’ammirazione per Franco Califano, del quale mi chiedevi con insistenza qualche cd per ingannare il tuo tempo libero in compagnia della musica. Gli ultimi anni sono stati difficili, ci eravamo visti poco tempo fa in una occasione conviviale, avevamo come sempre fatto un po’ di amarcord ricordandomi l’affetto che ti legava a mia madre, compagna di giochi durante la tua infanzia. Purtroppo il destino non ci ha concesso altre occasioni ma, da qualche parte, ci rivedremo. Ciao Piero, ti voglio bene.

Libero Marino