E così ci hai lasciato anche tu, caro Costantino. Ci hai congedati in un plumbeo sabato di metà maggio, gettando nello sconforto la tua Aquino, in fermento per le elezioni comunali. La notizia è giunta all’ora di pranzo, ci ha spiazzato, mi ha spiazzato. Nessuno se l’aspettava, al netto dei tuoi anni e di una salute da tempo ormai malferma. Nonostante tutto, hai esibito fino all’ultimo, con orgoglio, quella passione per la storia e la cultura, che ora porterai per sempre con te insieme alla tua cara Maria Teresa, che qualche anno fa ti aveva solo anticipato.

Lasciandoti con Federica e Carla, i tuoi due angeli custodi, che ti avevano trasmesso le residue energie per metabolizzare il lutto continuando la tua attività di divulgazione storica con mirabile coraggio. L’ultimo libro, “Storie Aquinati”, lo avevi presentato lo scorso gennaio in sala consiliare, dove avevi ricevuto il grande affetto dei tuoi concittadini. Hai amato, ricambiatissimo, la tua Aquino. Un amore che traspariva forte dalle nostre chiacchierate.

L’ultima me l’avevi concessa, ironia della sorte, in un primaverile sabato di gennaio davanti a un buon caffè. Mi avevi raccontato, a cuore aperto, i tuoi esordi, dall’esperienza alla Banca Santo Spirito di Frosinone fino ai giorni nostri. Mi parlasti di grandi aquinati come Don Battista, Nicola Mazzaroppi e Giuseppe Tomassi, raccontandomi i tuoi trascorsi in amministrazione comunale e dipingendomi una Aquino affascinante, per certi versi inedita, che rievocavi non senza tradire un pizzico di nostalgia.

Le tue battaglie nel segno di quella “aquinità”, che era un po’ la cifra del tuo personaggio, apparentemente burbero e scontroso, ma in realtà capace di aprirsi e divertire l’interlocutore di turno. Come quando, in quel famoso agosto del 1974, ti precipitasti in piazza, (quella piazza che ora sarà orfana della tua quotidiana presenza), per zittire i roccaseccani a causa di quella galeotta scritta che campeggiava sulle mura della nostra basilica cattedrale. Chiamasti in fretta a raccolta il tuo popolo confezionando uno striscione inequivocabile che campeggiò per ore tra i lati dei due secolari castagni: “San Tommaso è di Aquino”, a difesa di un’intera città.

E poi i tuoi esordi editoriali con “Ciociaria 70” e la “Voce di Aquino”, le tue collaborazioni prestigiose con i quotidiani “Il Tempo” e “Il Messaggero” e Il “Secolo d’Italia” fino all’esperienza in tv con il tuo volto familiare che faceva spesso capolino presso la neonata emittente Teleuniverso, cui avresti dato tanto. E poi, le tue mille esperienze e conoscenze. Il tuo smisurato amore per la storia locale è sfociato, per fortuna, in una produzione copiosa, della quale saremo attenti custodi. Ciao Costantino, ci mancherai.

Libero Marino