E’ durata appena 180 minuti l’avventura in Coppa Lazio dei bianconeri. I ragazzi allenati da Gilberto D’Ammassa non sono infatti andati oltre l’1-1, ieri pomeriggio al Comunale, al cospetto di un coriaceo R11 Latina congendandosi cosi’ anzitempo dalla competizione regionale. La sconfitta amara rimediata a Roma domenica scorsa obbligava, come noto, i bianconeri ad imporsi con una forbice di due reti di scarto e l’impresa stava anche  per  materializzarsi nel concitato secondo tempo quando capitan Mazzaroppi  prima e Casale dopo non sfruttavano due buone opportunità per chiudere il discorso qualificazione. All’illusoria rete del vantaggio firmata da Riccio (splendida la sua conclusione al volo al 38′ del primo tempo) rispondeva l’attaccante ospite Di Raimo che, a tempo scaduto, fissava il risultato finale. Un vero peccato, anche perchè le due avversarie con le quali ci siamo misurati non sono apparse  complessivamente superiori alla compagine bianconera. I ragazzi hanno pagato lo scotto dell’emozione dimostrando una certa desuetudine a questo tipo di appuntamenti. Il nervosismo palesato nel corso del secondo tempo ne è stata la spia evidente. La formazione aquinate è evidentemete ancora priva di quella malizia necessaria specie nei momenti nevralgici del match. Del resto si trattava di un’esperienza inedita e tutto il gruppo ne ha fatalmente risentito. La rosa è imbottita di giovani (ieri in campo dall’inizio ben 4 fuoriquota) che devono ancora crescere sotto il  profilo temperamentale. A  cio’aggiungiamo anche una condizione fisica generale non ancora al top ma dopo appena due gare non era lecito pretendere francamente di piu’. Il rammarico piu’ grande è relativo all’errore dal dischetto del capitano nella gara di Roma. Un pari avrebbe consentito ai bianconeri di gestire meglio, specie sotto il profilo psicologico, l’incontro contro il Latina. Comunque non è il caso di fare drammi anche perchè, all’orizzonte, c’è il campionato. I bianconeri saranno ospiti, domenica 5 Ottobre, dello Scalambra Serrone per la gara di esordio. Un risultato positivo consentirebbe loro di archiviare  in fretta la sfortunata parentesi di Coppa e guardare al prosieguo del torneo con rinnovato entusiasmo. Ma passiamo alla cronaca del match di ieri.

Mister D’Ammassa si affidava, come di consueto, al 4-4-2, con Roccia in porta, reparto difensivo guidato da Marco Fortuna (al rientro) affiancato da Mernini, con F. Colella e Riccio esterni. Linea mediana composta dal debuttante Di Mascio, coadiuvato da Casale, Assante e Ardone a presidiare le corsie esterne. Reparto avanzato ancora affidato ai fratelli Mazzaroppi. Pronti – via, ci si attendeva un Aquino spavaldo e garibaldino, votato all’attacco, ma la squadra appariva, sin dalle prime battute di gioco, stranamente rinunciataria. La manovra appariva imbolsita, i ragazzi non effettuavano una buona circolazione del pallone,il movimento lungo le corsie esterne era deficitario e le occasioni da rete tardavano a venire. Bisognava attendere la mezz’ora per vedere i bianconeri avvicinarsi timidamente dalle parti di Fiorini. Era il capitano, direttamente da calcio piazzato, a saggiare i riflessi dell’estremo difensore pontino (minuto 31′) che sventava la minaccia deviando l’insidioso tiro in angolo. Qualche minuto dopo ci provava Casale a scuotere i propri compagni dal torpore ma la sua conclusione dal limite non inquadrava lo specchio della porta. La prima frazione sembrava destinata allo 0-0 quando Riccio (minuto 38), al termine di una azione insistita dei bianconeri, raccoglieva la sfera al limite e scaricava un destro forte quanto preciso che si insaccava, mortifero, alla sinistra dell’incolpevole Fiorini: esplosione di gioia del comunale che applaudiva a lungo la perla di “Cuore Acciaio”. La gara, fino a quel momento avara di contenuti, si infiammava repentinamente. I bianconeri, galvanizzati dalla rete del vantaggio e sospinti dal pubblico (dignitosa la cornice del Comunale), alzavano i ritmi mettendo in ambasce la retroguardia pontina. Tuttavia il primo segmento di gara si chiudeva con un brivido per i tifosi aquinati. Di Raimo si inseriva in un  corridoio centrale lasciato clamorosamente scoperto dalla difesa bianconera e, giunto al cospetto di Roccia,angolava troppo il suo diagonale fallendo l’occasione per il pari. Terminava cosi’ un primo tempo modesto illuminato solo dal lampo di Riccio.

I secondi quarantacinque minuti si aprivano con l’espulsione del difensore ospite Sabino che rimediava ingenuamente il secondo cartellino giallo dall’ arbitro D’Arpino di Cassino (fiscale ci è apparsa la dua direzione). Latina in dieci e sotto di un gol. Mister D’Ammassa ci credeva e operava il primo cambio: fuori F. Colella, dentro Luca Caramadre. La squadra avanzava cosi’ il proprio baricentro nel tentativo di pervenire alla rete qualificazione. Al 20′ veniva  pero’ ristabilita la parità numerica. Stavolta toccava al difensore aquinate Mernini (doppia ammonizione) lasciare anzitempo il rettangolo di gioco. Al 25′ ottima azione corale dei bianconeri che andavano vicinissimi al gol del raddoppio con Di Mascio, che entrato in area dal vertice destro, provava a sorprendere Fiorini sul primo palo ma la palla terminava sull’esterno della rete dando a tutti l’illusione ottica del gol. Gli animi in campo si surriscaldavano. Il nervosismo (minuto 28′) era fatale a Riccio (discutibile il secondo giallo) e Nico Mazzaroppi (proteste). L’Aquino in 8 uomini profondeva stoicamente le ultime energie e per un soffio non centrava la clamorosa impresa. Nel concitato finale capitan Mazzaroppi, da buona posizione, provava a sorprendere Fiorini con un delizioso pallonetto ma la sfera si perdeva incredibilmente sul fondo tra la disperazione generale. Tre minuti dopo Casale,  da posizione praticamente identica, batteva al volo di sinistro ad incrociare sul palo piu’ lontano ma la sua conclusione si perdeva al lato di un soffio. C’era tempo per un’altro rosso: a rimediarlo era il pontino Battaglini al 41′(gioco scorretto). Quattro minuti piu’ tardi, quando sulla gara scorrevano ormai i titoli di coda, il gol beffa siglato da Di Raimo a due passi da Roccia. Era la rete che spegneva le residue velleità bianconere.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *