articolo di Daniele Gervasio

Recentemente il sig. sindaco ha replicato ai contestatori dell’aumento della TARSU attraverso un’intervista a Teleuniverso nella quale ha affermato che l’aumento era dovuto in base al “decreto Ronchi” (D.Lgs. 22/97) e che per molti anni i cittadini hanno pagato meno del dovuto.

L’affermazione del primo cittadino di Aquino corrisponde a verità in quanto il comma 1 dell’articolo 10 del citato decreto stabiliva che “gli oneri relativi alle attività di smaltimento sono a carico del detentore che consegna i rifiuti ad un raccoglitore autorizzato […]”. Naturalmente il decreto Ronchi non prevedeva solo questo, infatti:

– l’art. 5 sanciva che ai fini di una corretta gestione dei rifiuti prodotti, una volta favorita in via prioritaria la prevenzione, imponeva il recupero tra cui il reimpiego ed il riciclaggio. Lo smaltimento (messa in discarica e incenerimento) rappresentava la fase residuale dell’intera gestione;

– l’art. 21 stabiliva la competenza dei Comuni per l’approvazione dei progetti di bonifica dei siti inquinati ai sensi dell’articolo 17;

– il comma 3 dell’art. 23 stabiliva che “i Comuni […] organizzano la gestione dei rifiuti urbani secondo criteri di efficienza, di efficacia e di economicità”;

– lart.24 prevedeva l’assicurazione di una raccolta differenziata dei rifiuti urbani pari alle seguenti percentuali minime di rifiuti prodotti:

a) 15% entro il 1999,

b) 25% entro il 2001,

c) 35% a partire dal 2003;

– il Titolo II infine prevedeva le norme per la gestione degli imballaggi;

– il comma 5 dell’art. 49, infine, stabiliva il graduale raggiungimento dell’integrale copertura dei costi del servizio di gestione dei rifiuti urbani da parte dei comuni.

Riferendomi alle disposizioni previste dal decreto Ronchi ho usato l’imperfetto perché tale norma è stata abrogata dal D.Lgs 152/2006, il quale dedica la parte IV alle “Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati” (articoli 177 – 266).

Quest’ultimo decreto non stravolge le disposizioni previste dalla precedente normativa, infatti l’art. 179 stabilisce quali misure prioritarie la prevenzione e la riduzione della produzione e della nocività dei rifiuti seguite da misure dirette quali il recupero dei rifiuti mediante riciclo, il reimpiego, il riutilizzo o ogni altra azione intesa a ottenere materie prime secondarie, nonché all’uso di rifiuti come fonte di energia. Il medesimo atto, inoltre, ribadisce il principio “chi inquina paga”.

La norma attualmente in vigore, quindi persegue la linea già definita dal Decreto “Ronchi”, ovvero la priorità della prevenzione e della riduzione della produzione e della pericolosità dei rifiuti, a cui seguono solo successivamente il recupero (di materia e di energia) e quindi, come fase residuale dell’intera gestione, lo smaltimento (messa in discarica ed incenerimento).

Il legislatore non ha previsto l’incentivazione dell’attuazione della raccolta differenziata per singole scelte arbitrarie, ma semplicemente perché attraverso tale forma di raccolta si ottengono vantaggi economici ed ecologici.

Su internet ho trovato l’analisi dei dati relativi all’Ente di Bacino Padova 2, consorzio obbligatorio tra Comuni per l’organizzazione e la gestione dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani (RSU) che comprende un’utenza di circa 400.000 abitanti. Nel periodo 1999-2003 il totale dei rifiuti urbani (RU) indifferenziati annui è passato da 185.562 a 116.929 tonnellate, con un costo di smaltimento lordo degli stessi rifiuti passato da 17.921.142 Euro a 14.010.023 Euro ed un costo di smaltimento lordo pro capite ridotto da 46 a 35 Euro.

Il risparmio è ancora più netto se si considera che alle tariffe del 2003 il costo lordo di smaltimento dei RU indifferenziati nel 1999 sarebbe stato di 21.399.799 Euro e quello pro capite di 54 Euro.

Alla luce dei dati sopra riportati la richiesta che i cittadini di Aquino dovrebbero rivolgere all’amministrazione comunale non è di abbassare la TARSU, ma di avviare la raccolta differenziata, che permette di ridurre i costi di smaltimento dei rifiuti solidi urbani e conseguentemente la riduzione delle tasse a carico dei cittadini. La semplice riduzione della TARSU sarebbe inutile, perché le spese che il Comune affronta per tale servizio verrebbero coperte con fondi destinati ad altre esigenze della comunità.

Lo scorso anno era stato garantito l’avvio della raccolta differenziata dal mese di settembre. Attualmente ancora non si vede nulla. Eppure tra la fine del 2007 e il 2008 l’Unione Cinquecittà ha indetto ed aggiudicato gare di appalto per un importo complessivo di euro 580.377,324, per i quali è stata prevista la copertura finanziaria mediante fondi DOCUP 2000-2006, relativi alla fornitura di:

– n. 32.000 contenitori per la raccolta differenziata porta a porta e 625.000 sacchetti biodegradabili aggiudicata alla DITTA SARTORI AMBIENTE SRL che ha offerto una percentuale di ribasso pari al 6,471%, per un importo di euro 172.070,00;

– n. 3 autoveicoli a vasca per la raccolta differenziata porta a porta aggiudicata alla società ECOSERVICE ITALIA S.r.l. che ha offerto una percentuale di ribasso pari al 1,583%, per un importo pari a euro 130.500,94;

– n. 1 impianto di selezione semplificata per carta, plastica, alluminio, ferro e sovvalli compresa la stazione di pressatura con pressione minima 70 t. da realizzarsi presso l’ecocentro sito nel Comune di Piedimonte S. Germano località Signoritti, aggiudicata alla società Comer Engineering s.r.l.che ha offerto un ribasso percentuale pari al 3,78%, per un importo pari a euro 231.505,32 più IVA pari ad euro 46.301,064.

In conclusione, i cittadini di Aquino non si devono indignare per gli aumenti della TARSU, che allo stato attuale è l’unico modo per coprire le spese relative alla raccolta ed allo smaltimento dei rifiuti, tuttavia devono pretendere che l’amministrazione comunale attui tutte le misure necessarie a far diminuire la spesa per lo svolgimento di tali attività, in primis l’avvio della raccolta differenziata, che oltre all’ottenimento di benefici economici per la comunità è un segno di civiltà e progresso.

Io ho vissuto per qualche anno in un comune dove la raccolta differenziata è già una realtà. All’inizio era antipatico selezionare i rifiuti e organizzare quattro secchi. Con il tempo diventa un’abitudine e sembra molto strano tornare indietro.

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