“Condivido l’atteggiamento cauto espresso dalla Bonino sulla questione aeroportuale del Lazio ed il suo obiettivo di evitare un secondo caso Malpensa, che ha visto l’investimento di ingenti risorse, senza un effettivo riscontro in termini di flussi e utilità. Ma le sue affermazioni sulla necessità di valutare a fondo l’integrazione degli scali previsti e la redditività di quelli in progettazione non coinvolge l’aeroporto di Frosinone, già tarato sui parametri della sostenibilità economica e della fattibilità. E’ proprio sulla base di argomenti solidi, infatti, che in questi anni sono riuscito a convincere i miei interlocutori, pubblici e privati, della bontà del progetto, al punto che la Regione Lazio ne ha già deliberato la dislocazione investendo oltre 5 milioni di euro. L’Enac, infatti, stima un sostanziale aumento di flussi su Roma, fino a toccare la punta di 56 milioni di passeggeri nel 2020, cui il piano aeroportuale regionale dovrà dare una risposta concreta, anche in virtù della chiusura di Ciampino e del sovraccarico di Fiumicino; inoltre Frosinone rappresenta un corridoio infrastrutturale di prim’ordine, con la linea ferroviaria ad alta velocità, già interconnessa con i binari tradizionali, e l’asse autostradale Roma-Napoli, oggi aperto anche al sorano e all’Abruzzo grazie alla superstrada Sora-Ferentino. Infine, la redditività dell’aeroporto è dimostrata dal fatto che la sua realizzazione avverrà in project financing, ossia con l’investimento diretto di capitali privati, che si giustificano soltanto in relazione ai flussi previsti e al numero di passeggeri stimato. Tanto più che c’è già un accordo tra la Regione Lazio e la Rete Ferroviaria Italiana, per l’istituzione di un servizio di metropolitana leggera ad alta velocità che consentirebbe di raggiungere il centro di Roma in 25 minuti, aumentando sensibilmente l’appetibilità dello scalo agli occhi delle compagnie low cost (è di 45 minuti il tempo medio di collegamento tra gli aeroporti low cost e le capitali europee). Razionalizzare il traffico aereo, dunque, non significa escludere Frosinone, ma valutare la dislocazione degli scali in relazione ad un piano aeroportuale che risponda davvero alle esigenze di traffico. Ed in questo senso Frosinone non ha davvero nulla da temere. Anche perché il progetto, attualmente in conferenza dei servizi e al vaglio della Valutazione Ambientale e Strategica, non prevede più di 7 movimenti l’ora (che equivalgono a 3 milioni di passeggeri l’anno), rientrando perfettamente nella previsione dell’Enac di 8 movimenti l’ora. C’è infine compatibilità con l’esistente aeroporto militare e l’impatto ambientale, ad una prima analisi, si è dimostrato trascurabile.

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