Mi sono dovuto prendere la briga – onde evitare menzogne oltre misura – di ricostruire le fasi del dissesto, le sue implicazioni ivi incluso le dichiarazioni che sullo stesso dissesto (prima di esso ed immediatamente dopo) sono state fatte dai rappresentanti dell’opposizione mazzaroppiana.

Ricordavo molto bene, infatti, sia dalle dichiarazione sia dagli articoli sull’argomento   che i citati rappresentanti si esprimevano in termini di “debiti, situazione debitoria grave ed irreversibile, di allarme delle casse comunali, di logica conseguenza di chi non sa amministrare, colpevoli di aver dilapidato anno dopo anno un avanzo di amministrazione di oltre Euro 600.000,00, di fallimento che esige una piena e totale assunzione di responsabilità nei confronti della comunità ecc”.

Subito dopo la dichiarazione di dissesto e subito dopo l’analisi di bilancio da me fatta, però, le dichiarazioni di quei rappresentati hanno cambiano tendenza iniziando a parlare di “mancanza di condizioni per addivenire al dissesto preannunciando per il seguito  addirittura un ricorso al TAR capace di evitare la dichiarazione di fallimento dell’ente”.

Com’è andata, poi, lo sappiamo tutti: il TAR ha annullato la dichiarazione di dissesto come richiesto, però,  dalla maggioranza consiliare (ma questo è altro problema).

Quello che va chiarito in questa sede, dunque, è che “l’idea”, l’intuito, circa le cause del non dissesto appartiene a me.

Gradirei  che si contestasse questo assunto!!!

 Ma nessuno lo potrà fare perché sia le date sia i  fatti sono non sconfessabili – anche di questo si parlerà  molto sui palchi.

Quello che si potrebbe riferire all’opposizione mazzaroppiana appartiene al dopo, non all’idea, allo spunto, alla riflessione anticipatoria (per altro – per dirla tutta – la pronuncia del TAR parla di annullamento stimolato dalla stessa amministrazione dopo che – inispiegabilmente – sono usciti fuori i numeri che prima erano stati occultati).

Le opinioni degli altri, dunque, non mi interessano!

Ciò chiarito ed in ossequio al principio di parità di trattamento con tutti gli altri Cittadini, ribadisco che – pur volendo – non ci sono le condizioni pratiche di poter aprire fronti epistolari e, comunque, replicare alle “lettere aperte” degli oltre 5mila elettori della nostra Città.

Da oggi in poi, dunque, interloquirò solo con i rappresentati eletti dal popolo o, comunque, con  coloro che ambiscono concretamente a diventarlo.             

 

Aquino, 17 ott. 2012

                                                                                                         Emanuele Tomassi

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