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Ricevuto e pubblicato per conto della signora Annamaria Magnapera.

Caro Sindaco, Le voglio rispondere pubblicamente visto che Ella ha scelto di pubblicizzare la mia vicenda personale sbattendola brutalmente in piazza prima e addirittura su un giornale poi, anziché affrontarla con l’impegno ed il riguardo che il caso avrebbe richiesto, essendo io la vittima incolpevole di un Suo atto amministrativo che mi esclude dal progetto L.S.U. del quale faccio parte da ben 18 anni.

PERCHE’ SIGNOR SINDACO MI HA “LICENZIATO”?

EPPURE IO SONO UNA LAVORATRICE A COSTO ZERO PER IL BILANCIO COMUNALE PERCHE’ PAGATA DALLA REGIONE LAZIO.

Benché Ella si ostini a disconoscerlo come tale, ricorrendo persino alla definizione enciclopedica della Treccani, si tratta di un licenziamento di fatto, perché, se in diritto vale la sua obiezione, nei fatti io non ho più il mio lavoro e non vengo più retribuita con buona pace del suo cinismo.

Non pretendo che Ella mi riconosca lo status di dipendente comunale, benché lo sia stata per quasi tre anni, ma quello di lavoratrice che ha esercitato la propria attività lavorativa in maniera egregia e lodevole, come Ella stessa ha più volte riconosciuto, accettando di svolgere tutti gli incarichi che mi sono stati proposti e sottoposti, quello sì.

Ella dice di non avere nessun obbligo nei miei riguardi- E QUELLO MORALE?- e per questo mi caccia via, ma lo fa dopo avermi prima riconfermata, in data 04 luglio 2014, a dimostrazione del fatto che a quella data altre e diverse erano le sue intenzioni.

Mentre, in data 30 luglio 2014, dopo alcuni fatti accaduti in Comune, dei quali io non ne sono responsabile in alcun modo,  Ella adotta, guarda caso, un provvedimento che, modificando il precedente, mi espelle dal progetto L.S.U.  e tutto ciò dopo che soltanto 7 giorni prima ero stata destinataria di una Sua disposizione di servizio che mi assegnava compiti di rilievo.

Dunque, mi manda a casa dopo soli 26 giorni dalla conferma, con una motivazione che è solo una giustificazione confezionata ad hoc per nascondere le vere e reali ragioni che l’hanno indotta a rivedere solo alcuni giorni dopo la sua decisione iniziale.

Anche se fosse vera – E NON LO E’- la motivazione riportata nell’atto deliberativo, ovvero quella di aver bisogno di altra unità di categoria A a fronte di quella da me ricoperta – VEDEREMO IN FUTURO SE MANTERRA’ QUESTA SUA POSIZIONE- non la  si può giustificare in alcun modo perché Ella avrebbe potuto richiedere non una, ma tante unità di categoria A per un numero pari ai suoi dipendenti comunali, e mantenere nel contempo anche me.

INVECE MI “LICENZIA” SEPPURE IL MIO E’ UN SERVIZIO A COSTO ZERO PER IL BILANCIO COMUNALE.

Mi spiace caro Sindaco di questa Sua supponenza che l’ha indotta a scrivere una brutta pagina di storia aquinate, dove a fronte del mio “licenziamento” che è ingiustificabile sotto ogni profilo, anche morale, nessun altro, neanche più bisognoso di me, potrà sostituirmi, in quanto il bacino L.S.U. è ad esaurimento e non a scorrimento. Ciò significa che il mio posto di lavoro è cessato di esistere nel momento in cui io sono stata “licenziata”.

Mentre tutti gli altri Sindaci si sono prodigati per i loro lavoratori, Ella al contrario si magnifica da solo per avermi “CACCIATA VIA” .

 

Annamaria Magnapera