2016-03-05 17.14.31

Gli articoli apparsi oggi (antivigilia di San Tommaso) per mezzo dei quali il sindaco ha inteso prendere posizione, dal proprio punto di vista e quello dell’assessore coinvolto, sulla vicenda legale approdata da qualche giorno in Municipio induce lo scrivente, in assenza di pubblici chiarimenti espliciti dai quali fossero individuabili quei soggetti oppositori ai quali – il sindaco – avrebbe attribuito l’orchestrazione e la montatura del caso, inducono lo scrivente Consigliere a pubblicare quanto lo stesso sindaco ha inteso replicare riguardo al ruolo assunto dall’apposizione consiliare-istituzionale.

Ed invero, alle rimostranze dello scrivente che stigmatizza la grave condotta del sindaco circa le parole riportate tra virgolette sul giornale di ieri a difesa di un caso doppiamente vergognoso – sia per l’utilizzo improprio della Sede istituzionale dell’Ente sia per il resto su cui è meglio tacere – il sindaco stesso replicava via pec quanto segue : Preg.mo Cons. Com.le Avv. Emanuele Tomassi in esito a quanto da lei comunicato con nota del 04.03.16 spiace che si sia sentito coinvolto in quanto sa bene la stima che ho nei suoi confronti sempre supportata da atteggiamenti di cordialità e dialogo costante. L’unica dichiarazione peraltro rilasciata brevemente l’altro ieri al telefono, che è quella apparsa ieri sulla stampa, è ovviamente, come più volte evidenziato dal sottoscritto anche in pubblico consiglio, riferita ad ambienti esterni al Consiglio Comunale stesso che, come noto, hanno sempre e con più iniziative fatto dell’ingiuria, della denigrazione, della protervia, delle false accuse, la loro azione costante e continua. cordiali saluti.

Nel ringraziare il sindaco a nome di tutti i Consiglieri di opposizione per il chiarimento espresso (mettendogli così a riparo da possibili insinuazioni da complotto) è d’obbligo invitare lo stesso sindaco a fare pubblica chiarezza sugli accadimenti in atto, evitando difese improvvisate ed affermazioni anestetizzate (di facciata) perché, da quanto riferito personalmente da uno degli interessati (il cui nome è pubblicato sub Prot. 2449 e 2451), pare che l’azione giudiziaria civile abbia tratto spunto proprio dagli argomenti contenuti nella richiesta di archiviazione della Procura della Repubblica (richiamata dal sindaco) la quale – pur non sconfessando i fatti accertati in sede d’indagine (che, pertanto, non sembrano falsi come invece dichiarato dal sindaco) – abbia dato agli stessi fatti solo una interpretazione più mite (non dolosa bensì colposa) considerando precisamente la condotta posta in essere dell’assessore come “corteggiamento maldestro e di cattivo gusto”.

Allo scrivente Consigliere comunale, infatti, poco interessa – o non interessa più di tanto – come il collaboratore del sindaco persuada le proprie partners quanto, piuttosto, se lo stesso collaboratore abbia o meno fatto uso dei locali pubblici (fosse anche per una sola volta, come dice il sindaco, anche se non sembrerebbe proprio così) e, soprattutto, se abbia fatto uso della Sede Istituzionale. Questo il sindaco deve accertarlo facendo uso dei suoi poteri di Ufficiale di governo anche, se del caso, ricorrendo alla Commissione d’inchiesta interna, pure prevista dalla legge, comunicandone gli esiti al Ministro competente per le (eventuali) determinazioni di cui all’art. 39 dello Statuto comunale. Solo così il sindaco potrà essere immune da ogni responsabilità.

Aquino, 05 marzo 2016 Cons. comunale
Emanuele Tomassi