Era la mattina del 23 agosto 2002 quando usciva di scena Giuseppe Tomassi, indimenticato sindaco di Aquino. Giusto il tempo per rendere visita, la sera precedente, (con quella fascia sul petto che era tornato a indossare appena un anno prima) ai suoi concittadini, di ritorno dallo storico pellegrinaggio di Canneto. E così, a 67 anni, si congedava una delle figure più iconiche della città dal dopoguerra a oggi. Tomassi, classe 1935, ha legato in maniera indissolubile, per alcuni lustri, il suo nome alla comunità aquinate, ma era stimato e apprezzato anche fuori dai confini cittadini.

Giuseppe Tomassi era un uomo d’altri tempi, dotato di un senso delle istituzioni come raramente si vede, sempre pronto a tendere una mano ai più bisognosi. E’ stato il sindaco di tutti, senza distinzioni di sorta. Ma anche e soprattutto un amico, uomo sincero e leale, sempre prodigo di buoni consigli e animato da uno spirito nobile. Giuseppe, ricambiatissimo, ha voluto bene alla sua Aquino fino agli ultimi istanti di una vita spesa al servizio della collettività, senza mai risparmiarsi.

Significativo il ricordo che appena un anno fa, in occasione del ventennale della sua scomparsa, ne tracciò Ernesto Pellecchia. Si presentava, in sala consiliare,  il piccolo volume di una delle sorelle di Tomassi, Concetta, “Un uomo in Comune”, omaggio doveroso dedicato al fratello maggiore a 4 lustri dalla scomparsa. Il professore aquinate, nel corso del toccante pomeriggio, tracciò un breve profilo di Giuseppe Tomassi, regalando al numeroso pubblico anche uno spaccato sconosciuto dell’ex sindaco e insegnante.

Un Tomassi inedito, impegnato su un fangoso campo di calcio dell’Anitrella, che indossa i colori del suo Aquino, tradito proprio da una sua autorete a tempo scaduto. Un Tomassi pugnace in campo così come nella vita di tutti i giorni, con quell’innata vocazione allo scontro e al confronto, che avevano luogo in piazza San Tommaso, un’agorà accesa, dove le discussioni erano sul punto di degenerare ma poi tutto tornava nell’alveo di un dibattito civile e democratico.

“Giuseppe Tomassi, follemente innamorato della sua Aquino, era un uomo pragmatico, lungimirante, ostinato, capace di andare oltre le etichette e gli steccati. Era animato fin da giovane dalla passione per la politica, che intendeva come una missione. Amava poi la sua numerosa famiglia e la moglie Maria, suo grande punto di riferimento, un’eroina silenziosa. Il destino non gli ha consentito di portare avanti tanti progetti, peccato che un uomo così ci abbia lasciato così presto, aggiunse poi  Pellecchia”.

Attestati di stima inequivocabili che la dicono lunga sullo spessore politico e umano di un personaggio rimasto nel cuore degli aquinati.