Si scrive musica, si legge Donato Di Brango. Alzi la mano chi non ricorda il professore aquinate in chiesa, alle prese con l’organo con cui scandiva le varie funzioni religiose. Nato ad Aquino, in zona Scacchi, nell’agosto del 1950, Donato ci lasciava 13 anni fa vinto da un brutto male. Un vuoto grande, come grande era la sua competenza in ambito musicale. Passione, quella per il piano, sbocciata precocemente e che Donato approfondì, da autodidatta, per raggiungere picchi elevati. Ha insegnato pianoforte a diverse generazioni di aquinati.

Chi scrive ha avuto il privilegio, per qualche anno, di ricevere le sue lezioni presso la sua abitazione di via Rinaldo D’Aquino. Donato era una persona mite, a dispetto di quella mole che apparentemente poteva incutere timore; ai miei occhi è sempre apparso come una sorta del deamicisiano Garrone in salsa aquinate che, tra una nota e l’altra, era capace di farmi ridere e sorridere. Inevitabile poi, durante le pause di lezione, la parentesi sul campionato di calcio.

Guai a contraddirlo sulla sua Roma, squadra della quale era tifosissimo. Tra il pianoforte e l’organo, tuttavia, preferiva quest’ultimo fino a diventare un saldo punto di riferimento della Corale e della Schola Cantorum. Alla passione per la musica (Beethoven il suo idolo indiscusso) univa quella per le lettere e la lingua latina. Forte il suo interesse anche per l’informatica e la fotografia.

Padre affettuoso ed esemplare, è stato docente di lettere negli istituti superiori. Il professore Di Brango, inoltre, era un grande conoscitore di Dante del quale ricordava a memoria la sua celebre “Commedia”. Ad Aquino era molto stimato e conosciuto. Suoi amici storici, con i quali ha condiviso tante esperienze di vita, erano il compianto e indimenticato Gino De Cesare, altro asso della musica aquinate, Paolo Secondini e Fernando Curtarelli.

Ciao Donato, gli aquinati non ti hanno dimenticato…

Libero Marino